A 20 anni me ne sentivo 30 addosso; ero veloce... troppo veloce, tutto era sfumato, osservavo da un vetro opaco anziani ballare. Io scrivevo e non avevo mai tempo, il tempo era astratto, invisibile e intoccabile.
A 30 anni vivevo di sogni come avrei dovuto fare a 20 e mi ciondolavo tra sorrisi di cari amici e bicchieri di buon vino, il lavoro era crudele ma coltivavo la gioia e la felicità, il tempo era diventato fisico come i pensieri, furbi e inafferrabili. Il tempo stava diventando il mio peggior nemico.
A 60 anni camminerò su dorsi di tartarughe e bacerò il sacro sole ogni mattino e mi bagnerò la faccia con l'acqua gelida.
A 80 anni ascolterò il vento che sussurra tra le vecchie sedie accatastate, sorriderò al tempo come si fa con un vecchio amico, giocherò tanto.
Quando non avrò più anni da contare e la polvere scivolerà via tra le dita di chi la vorrà raccogliere, ricorderò il suono della festa, il calore della condivisione. Ricorderò tutto.
Giuse