giovedì 24 gennaio 2013

IL FIORE DEL DESERTO


Sole,
Deserto Inverno.
Sono nato questo istante
in verità,
ridendo.

So che vento sa
ma dice di tacere,
sshhhhh sibila.
Mantengo il voto.

La mosca blu
si lecca il mio sudore
con la calma dei giusti.
Lascio fare.

Al monte, al monte!
Nuvole bianche
corrono
per poi svanire.

Tant'acqua
da far urlare la cascata,
da far sudar  la pietra,
tant'acqua.

Che bello
Il freddo il caldo
la fame.
Sono vivo.


Ed ora altri picchi
e boschi
come stanze di sogno,
cascate di meraviglia,
come nel mio sogno ricorrente
dove un ruscello, sottile e sinuoso
attraversa la casa,
la mia casa, appoggiata
ad una parete di roccia.
Ed ora altri picchi
vengono agli occhi
e vedo e sogno
altri boschi, e fuochi
e richiami
nella notte,
boschi pieni di pazzi buoni,
visionari sognatori,
brillanti diamanti di perfezione
stellare
negli occhi.
Quegli occhi
rifatti puri
lavati alla pioggia.
Bruniti al sole,
cotti
come l'argilla i nostri cuori,
caldi
come il pane odorosi di buono,
nel radioso
radioso
mattino.

Questa, la mia rivoluzione.


Testo e foto: Enrico

2 commenti:

  1. Giusto per ricordare che i ritmi circadiani non sono solo l'alternarsi di veglia e sonno.

    Essere tutt'uno con la natura è la cosa più importante per l'essere umano.

    Purtroppo tanti si sono dimenticati di questa semplice regola.

    Bello che qualcuno ci sia a testimoniare emozioni e il coinvolgimento con la vita vera.

    Non so quale sia stato l'evento o il pensiero che ha fatto scaturire questo scritto, non è importante perché personale, sicuramente però a un richiamo come questo non si può o non si può fingere di essere sordi.

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